La scrittura è da considerarsi un aspetto dell'attività espressiva dell'uomo che richiede la partecipazione di tutta la persona che riversa in essa tutte le proprie energie coscienti e non.
L'atto di scrivere viene quindi denominato "gesto grafico".
Si può definire questo grafico solamente l'atto che risulta non condizionato da modelli precedentemente appresi, ma elaborato attraverso il tempo da una certa abitualità scrittoria che lo rende personale ed unico. Come il modo di camminare, come la gestualità personale, gli atteggiamenti e le modalità di comportamento sono identificatori, così anche il gesto grafico finisce per delineare la personalità in tutti i suoi aspetti. L'osservazione rinvia immediatamente alla dicotomia innato-acquisito.
La riflessione su tale osservazione evidenzia le implicite connessioni con il pre-natale coinvolgendo, successivamente, i concetti d'identità personale, di temperamento, carattere e personalità. A tutto ciò si aggiungono le dinamiche interagenti con le variabili connesse all'ambiente e allo stile educativo, per giungere alla risultante oggettiva e osservabile dell'impronta grafica personale che sappiamo recare in sè, sia connaturata che acquisita, non tanto la somma di tutte le suddette componenti psicologiche, quanto la risultante dinamica delle stesse, che può essere qualcosa in più o in meno della loro somma, ma risultante comunque unica e irripetibile come ogni individuo.
Da qui possiamo comprendere la diversità individuale del "gesto grafico" che si riscontra sia a livello di percezione sia per quanto riguarda l'organizzazione e la risposta motoria allo stimolo grafico che si organizza secondo le proprie peculiarità, producendo un gesto corrispondente.
"La scrittura diventa un'espressione inconscia ed uno degli atteggiamenti più caratteristici della personalità; personalità e scrittura si evolvono, si stabilizzano e si deteriorano con una dinamica parallela: se ne deduce che il pieno automatismo della scrittura è legato alla maturazione fisiologica e psicologica dell'individuo." (L. Torbidoni - L. Zanin, Ed. La Scuola - Brescia, 1974)